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Lo stress e le sue manifestazioni

La parola stress deriva dal latino strictus che significa stretto, serrato; in Inghilterra, nel XVII secolo il termine era usato con il significato di difficoltà, avversità o affiliazione. Nei secoli successivi invece, ha acquistato il significato di forza, pressione, tensione e sforzo.

Nel 1936, il fisiologo austriaco Hans Selye definì lo stress come la reazione a-specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso e introdusse il concetto di “Sindrome generale di Adattamento”. Quest’ultima consisterebbe nella somma di tutte le reazioni che si manifestano nell’organismo in seguito alla prolungata esposizione ad una situazione di stress. Lo studioso indicò inoltre tre fasi che caratterizzerebbero tale sindrome: Allarme, Resistenza ed Esaurimento.

  1. FASE di ALLARME: L’organismo risponde agli eventi, fattori stressanti (stressor) mobilitando le sue difese, mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento (strategie di coping) sia fisici sia mentali. Esempi sono costituiti dall’aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna, tono muscolare ed arousal (attivazione psicofisiologica).
  2. FASE di RESISTENZA: L’organismo si impegna a fronteggiare l’evento e cerca di contrastare gli effetti dell’affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche come ad esempio accade per le ghiandole surrenali.
  3. FASE di ESAURIMENTO: Gli stressor continuano ad agire e l’organismo non riesce a continuare nella resistenza. Il soggetto può essere sopraffatto rischiando di riportare effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura fisica e/o somatica.

Studi e ricerche di laboratorio hanno dimostrato che l’adrenalina e il cortisolo sono riconosciuti come gli ormoni dello stress, il cui innalzamento cronico potrebbe avere a lungo termine, conseguenze negative sulla salute, in particolar modo sulla pressione sanguigna e sul livello di colesterolo sierico. Lo stress determina sull’individuo effetti fisici (dovuti all’abbassamento delle difese immunitarie), psicologici, cognitivi e comportamentali.

Tra le conseguenze fisiche la cui insorgenza è riconducibile allo stress rientrano:

  • Disturbi gastroenterici (es. ulcera e colite);
  • Disturbi cardiocircolatori (es. ipertensione, ischemia);
  • Disturbi respiratori (Es. asma bronchiale);
  • Disturbi sessuali (es. impotenza);
  • Disturbi locomotori (es. dolori lombari, reumatismo psicogeno, cefalee da contrazione muscolare);
  • Disturbi dermatologici (es. sudore, pallore, arrossamento);
  • Disturbi del sonno;
  • Modifiche nell'appetito, fame eccessiva o al contrario assenza di fame;
  • Tremori e/o tic nervosi.

A livello psicologico invece i principali effetti dello stress riguardano il manifestarsi di stati emotivi negativi, quali:

  • rabbia,
  • ansia,
  • irritabilità e
  • sintomi di depressione.

 Dal punto di vista cognitivo, invece, si osservano:

  • calo dell’autostima e del senso di autoefficacia,
  • diminuzione dell’attenzione (con conseguente innalzamento della probabilità di errori e incidenti);
  •  percezione di ostilità da parte del sistema sociale dell’individuo.

Infine, dal punto di vista comportamentale, si evidenziano:

  • cali della performance (sia in termini quantitativi che qualitativi) e
  • una maggiore inclinazione alla dipendenza da alcol e sigarette.

Tuttavia, la reazione allo stress, è diversa per ogni individuo. I fattori individuali come la personalità, il comportamento, lo stile di vita, i valori e il sostegno da parte degli altri, hanno un peso rilevante nel modo in cui lo stress influenza una persona e nel modo in cui viene fronteggiato.
Riconoscere e gestire i segnali dello stress, diventa pertanto un aspetto fondamentale, soprattutto per evitare che a lungo andare possano acutizzarsi le sue molteplici manifestazioni cliniche, inclusi i risvolti psicologici.


Dott.ssa Maria Anna Di Meo
Psicologa, Psicoterapeuta

Dott.ssa Maria Anna Di Meo

Psicologa, Psicoterapeuta a Pozzuoli (NA)
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