Rientrano all’interno di questa categoria diagnostica quei disturbi che implicano un’alterazione dei comportamenti inerenti l’alimentazione determinando uno squilibrio del consumo o dell’assorbimento del cibo e che compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale.
Sono disturbi dell’alimentazione l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da binge-eating, il disturbo evitante / restrittivo dell’assunzione di cibo.
In tutti i disturbi è presente un pessimo rapporto con il proprio corpo e con l’alimentazione, con la ricorrente tendenza ad evitare, limitare il cibo o il ricorso ad abbuffate con alimenti disparati fino a sentirsi male.
Naturalmente la tipologia di diagnosi dipende dal caso specifico, dal tipo di condotte alimentari e dalla presenza e/o eventuale frequenza di abbuffate.
Alcune persone portatrici di tali disturbi alimentari riportano sintomi correlati all’alimentazione simili a quelli tipicamente manifestati da parte di chi ha un disturbo da uso di sostanze (ad esempio il desiderio incontrollato e consumo compulsivo). Tale somiglianza sembra riflettere il coinvolgimento degli stessi circuiti neuronali implicati nella regolazione dell’autocontrollo e della ricompensa.
L’obesità invece, non viene incluso all’interno di tale categoria diagnostica e non viene considerato dal DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) un disturbo mentale. L’obesità è il risultato di un consumo eccessivo di alimenti e ingestione di calorie superiore rispetto al proprio fabbisogno alimentare, continuato nel tempo.
Dott.ssa Maria Anna Di Meo
Psicologa, Psicoterapeuta
Psicologa, Psicoterapeuta a Pozzuoli (NA)
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