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Che cos’è l’autismo e come si manifesta

Il termine Autismo deriva dal greco autùs e significa “se stesso”, e fu inizialmente introdotto dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1911, per indicare un sintomo comportamentale della schizofrenia.

L’autismo è un disturbo dello sviluppo caratterizzato dalla compromissione di tre aree principali:

  • difficoltà nella comunicazione;
  • difficoltà nell’interazione sociale;
  • difficoltà nel comportamento (possono essere presenti stereotipie e comportamenti ripetitivi e interessi ristretti).

Le manifestazioni cliniche variano in base alla gravità del disturbo. Molto spesso in letteratura si fa riferimento alla distinzione tra forme di Autismo ad ALTO, MEDIO e BASSO FUNZIONAMENTO, volendo intendere con tale classificazione l’esistenza di una vasta gamma di tipologie ed eterogeneità del disturbo.

Le difficoltà di comunicazione, ad esempio possono riguardare la totale assenza di abilità di linguaggio espressivo fino alla presenza di un linguaggio forbito e articolato che spesso può risultare addirittura artefatto e stereotipato. A tal proposito molte forme di intervento in ambito riabilitativo promuovono, soprattutto rispetto a bambini sprovvisti di abilità verbali adeguate, forme alternative di comunicazione (il pointing o indicazione, le PECS ossia sistema di comunicazione mediante scambio per immagine, oppure l’utilizzo di SEGNI gestuali) per favorire la comprensione e l’interazione con l’altro.

Rispetto alla compromissione dell’interazione sociale, le persone con autismo privilegiano i momenti di “solitudine” e ritiro sociale in quanto la cosiddetta “chiusura autistica” costituisce uno dei tratti distintivi del disturbo. La ricerca dell’altro (adulto, coetaneo ecc) spesso è motivata dalla necessità di soddisfare un bisogno specifico oppure ottenere un dato stimolo (es. prendere la mano di qualcuno per ottenere un gioco o alimento gradito). Nell’autismo ad alto funzionamento, invece, nonostante le interazioni sociali possano sembrare apparentemente adeguate, si possono riscontrare elementi come scarso o insufficiente contatto oculare con l’altro o modalità di approccio non funzionale (toccare gli altri pur non conoscendoli, dare informazioni personali di se anche a sconosciuti ecc.).

Rispetto all’area del comportamento gli interessi delle persone con autismo possono essere particolarmente limitati e/o bizzarri; si riscontrano comportamenti ossessivi e stereotipati come ad esempio aprire o chiudere le porte o i cassetti, allineare determinati oggetti, suddividerli in base al colore o la grandezza ecc.; cambiamenti nell’ambiente (ad esempio alterare l’ordine con cui sono posizionati determinati oggetti oppure cambiare strada) possono essere avvertiti come particolarmente ansiogeni e insopportabili per persone con autismo, le quali possono reagire nei modi più disparati ( sia con crisi di rabbia, pianto, urla, oppure con tentativi volti a ripristinare l’ordine  che è stato modificato ecc), a seconda dei casi. Altro aspetto riscontabile può essere la tendenza a camminare da un punto all’altro di una stanza in modo a-finalistico e svolgere particolari movimenti gestuali (manierismi).

Gli autistici sono anche particolarmente sensibili ai rumori e hanno spesso un atteggiamento posturale diretto alla chiusura; si osserva spesso la tendenza a portare le mani alle orecchie, quasi per attenuare e alleggerire il caos e le frequenze provenienti dal mondo esterno.

Attualmente nel DSM V l’autismo è inserito all’interno della classe dei disturbi del neuro-sviluppo, e in particolar modo si fa riferimento alla categoria DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO, proprio per sottolineare la grande eterogeneità e sintomatologia di tale classe diagnostica.

L’autismo colpisce prevalentemente soggetti di sesso maschile rispetto al sesso femminile, con un rapporto 4:1.; sembra esserci inoltre, una forte ereditarietà (studi su gemelli omozigoti hanno evidenziato come la probabilità che entrambi i fratelli siano autistici è molto alta).

I soggetti autistici possono presentare anche problemi a livello di motricità sia fine che globale fino a risultare goffi e impacciati. In ambito riabilitativo, tale area risulta essere un ambito di intervento molto importante: spesso vengono proposte al bambino o ragazzo con autismo attività di infilaggi, pinzaggi, inserimenti al fine di migliorare le abilità manuali; parallelamente vengono proposti percorsi e giochi motori diretti a migliorare la motricità globale.

Le persone con autismo, nonostante la sintomatologia spesso bizzarra, caratterizzata dalla tendenza a prediligere spazi e momenti solitari, sono particolarmente sensibili, affettuose e bisognose di affetto, e instaurano legami particolarmente intensi e speciali con chi li circonda. Si sforzano a modo loro di far vedere e osservare il mondo con i loro occhi, con la loro modalità unica e speciale, che non tutti riescono a percepire.

La diagnosi precoce, un trattamento intensivo riabilitativo di tipo comportamentale, costituiscono un elemento essenziale diretto ad evitare l’acutizzazione dei sintomi e a favorire un sufficiente livello di autonomia e adeguato livello di adattamento sociale.

Parallelamente un supporto e sostegno psicologico alle famiglie acquista un valore e un dovere fondamentale da parte delle istituzioni, in quanto convivere insieme a problematiche croniche e così complesse determina effetti e risvolti psico-sociali altrettanto rilevanti e intensi.


Dott.ssa Maria Anna Di Meo
Psicologa, Psicoterapeuta

Dott.ssa Maria Anna Di Meo

Psicologa, Psicoterapeuta a Pozzuoli (NA)
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